domenica 18 marzo 2012
L'immagine dell'albero nella Bibbia. Lezione con don Giovanni Zampa
L’immagine dell’albero
nella Sacra Scrittura. Questo è stato il tema che ha sviluppato don Giovanni
Zampa con gli studenti delle classi seconde dell’Istituto comprensivo Gentile da
Foligno. Lezioni che coinvolgono circa 160 alunni e fanno parte del percorso
formativo dal titolo “Ragazzi custodi del
creato, dell’uomo e di se stessi” proposte dalla Diocesi di Foligno
nell’ambito del Progetto Cittadini del Mondo area Salvaguardia del Creato. Gli
alberi, ha evidenziato don Giovanni, hanno un ruolo fondamentale nel proteggere
la biodiversità, nell’attenuare gli effetti del cambiamento climatico, nello
sviluppo sostenibile globale. Ma che legame c’è tra la Bibbia e l’albero, nel nostro caso un piccolo bonsai?
E’ la domanda che gli studenti hanno cercato, attraverso la semplice
osservazione dei due “oggetti”, di scoprirne i fattori comuni e le diversità.
L’albero che con la sua verticalità, le sue foglie, le sue radici, unisce il
cielo alla terra. L’albero dona l’ossigeno per la nostra sopravvivenza umana
così la Bibbia ci offre l’ossigeno per la nostra vita spirituale. L’albero
sezionato racconta la sua storia come la Bibbia narra le vicende del rapporto
tra Dio e l’uomo. L’albero e la Bibbia sono due cose sacre perché entrambi ci
parlano del Dio creatore. In alcuni libri dell’Antico testamento l’albero
verdeggiante diventa sovente emblema dell'uomo retto, benedetto da Dio, e del
popolo prediletto: “Beato
l'uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccator
e non siede in compagnia degli arroganti. […]
E’ come albero piantato lungo corsi d'acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue
foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene” (Salmo
1,1-3). Riassumendo don Giovanni ha concluso dicendo che la “Sacra scrittura è una vera e propria
foresta. La Bibbia, infatti, inizia e
finisce con la storia di un albero e sono moltissime le citazioni bibliche delle
piante che per la loro sacralità rivestono un ruolo fondamentale: il cedro del
Libano, l’ulivo, il pioppo, il cipresso, il melograno, la palma, l’acacia, la
quercia, il fico, il sicomoro, il salice piangente, la ginestra. Ma – ha
sottolineato don Giovanni – l’albero più
importante nella Bibbia è quello della croce e il frutto è Gesù il Cristo che ci
dona la vita eterna”. La Sacra Scrittura, infatti, narra che l’uomo venne
posto da Dio nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Come
l’albero si conosce dai suoi frutti, così un uomo, un ragazzo, innamorato di
Dio e del creato si riconoscerà da
quanto produce nella sua vita a partire da una nuova coscienza ecologica. È il
cuore dell’uomo, infatti, che deve essere formato all’accoglienza, perché,
evidenzia Benedetto XVI nell’enciclica “Caritas in veritate”, “accogliendo l’intero creato come dono
gratuito di Dio e agendo in esso nello stile della gratuità, l’uomo diviene egli
stesso autentico spazio di ospitalità, idoneo e capace di accogliere ogni altro
essere umano come un fratello”.
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